Il flusso e la riserva nelle narrazioni (appunti)
Mi solletica da tempo un’idea che ha a che fare con due modi diversi, ma non alternativi di intendere la produzione e la gestione dei contenuti che produciamo per raccontare le nostre storie. Ti sottopongo innanzitutto due concetti. Il concetto di flusso e il concetto di riserva. Provo a chiarire cosa intendo con questi due termini.
Flusso, descrive lo stato di dinamismo di un materiale allo stato prevalentemente liquido che fluisce, solitamente attraverso un canale oppure su una data superficie.
Riserva, certamente un concetto più ampio e applicato a numerosi ambiti della nostra vita da quello ecologico a quello economico, passando per quello enogastronomico, sportivo, culturale e tanti tanti altri.
Ad un certo punto ho iniziato a pensare a questi due concetti applicandoli ai contenuti di narrazione che produciamo in questi nostri tempi fatti di social media, home cinema, youtube e tanto tanto altro che ogni giorno stratificano i nostri contenuti sia in quanto produttori che in quanto fruitori.
Vado al dunque. Quando produciamo o fruiamo contenuti che fluiscono sulle nostre storie Instagram oppure sui nostri Tiktok credo che ci troviamo alle prese con “contenuti flusso”, contenuti che vediamo passare e che raccontano una storia che fluisce, una storia fatta di “infiniti” episodi, lo stesso potrebbe valere in forma testuale per i cinguettii su twitter.
Quando invece produciamo contenuti più strutturati che restano nel tempo e soprattutto che rispondono ad una logica secondo la quale, dal momento in cui li pubblichiamo non iniziano a perdere di valore, ma anzi ne acquisiscono, a quel punto credo si può parlare di “contenti riserva”, in questo caso parlo dei contenti storicizzati su youtube, dei film, dei libri (quelli sono contenuti riserva da tempo), dei documentari o delle serie tv.
I libri sono l’emblema dei contenuti riserva, così come i quotidiani sono in qualche modo l’emblema dei contenuti flusso.
I contenuti flusso mi fanno pensare a ciò che scorre e corre nella contemporaneità e passa, mentre i contenuti riserva mi fanno pensare a ciò che permane.
Oggi una storia può essere raccontata sia con contenuti flusso che riserva, è questione di linguaggi, di contesto e di distribuzione dei pezzi che la compongono.
Ora, questo ragionamento sembra che appartenga soltanto ad alcuni addetti ai lavori, in verità è un ragionamento che mi piace fare anche per stimolare le persone con le quali lavoro sul fatto che dovremmo sempre, in qualche modo allenarci a distinguere questi due contenuti e allenarci a produrre non solo contenuti flusso o solo contenuti riserva, ma entrambi, in quanto gli uni possono essere utili e funzionali agli altri.
Insomma, necessario è tenere attivi i nostri canali social media per comunicare “velocemente” con chi ci segue, ma necessario è anche fermarsi a produrre contenuti che rimarranno nel tempo.